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Visualizzazione dei post da dicembre, 2014

Buon anno 2015

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" Preparati se non vuoi farti trovare impreparato "

Buon Natale

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MOTIVAZIONE SPRINT

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"L'abilità di apprendere più velocemente dei tuoi concorrenti può risultare l'unico vantaggio sostenibile". (Arie P.De Gens)

Gli effetti della reidratazione sul rendimento fisico

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Da tempo gli studiosi avevano evidenziato come la reidratazione continua in corso di esercizio fisico effettuato in ambiente caldo migliorasse il livello prestativo, inoltre la durata massima di un esercizio di intensità massimale diminuisce significativamente in caso l'atleta non beva nulla. L'effetto della reidratazione incide positivamente sulla prestazione, sia nel caso di esercizi prolungati e continui la cui intensità sia superiore al 60% del VO2 max, sia durante esercizio intermittente. Alcuni Autori mostrano inoltre che la prestazione può essere sensibilmente migliorata nel caso in cui il soggetto assuma una soluzione acquosa addizionata con glucosio . In particolare la durata della performance può essere aumentata del 45% nel caso di una reidratazione costituita da 400 ml di acqua nella quale siano disciolti 43 grammi di glucosio , 9 grammi di lipidi e 3 grammi di proteine , nei confronti di una reidratazione basata sull'assunzione di acqua pura.

Anche i cibi possono contribuire a regolare il ritmo sonno-veglia. Ecco la dieta che contrasta il jet lag

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Il cibo ci dà il ritmo . Non solo perché scandisce i momenti della giornata con la colazione, pranzo e cena, ma anche perché è uno dei regolatori dei nostri ritmi biologici, insieme, naturalmente, alla luce, che è il sincronizzatore principale. Questo ruolo della nutrizione è confermato da una ricerca, pubblicata su  Cell Report , secondo cui tutto dipenderebbe dalla secrezione di insulina, più o meno spiccata, indotta dai diversi alimenti. Non manca un corollario molto pratico: questi effetti del cibo rendono la dieta un buon mezzo per contrastare un'eventuale sfasatura del ritmo circadiano, prima fra tutte quella indotta dal jet lag. "Il nostro orologio biologico principale, nell'ipotalamo, risponde soprattutto alla luce; esistono però orologi "periferici", in vari organi tessuti, che possono essere molto influenzati dall'alimentazione - spiega Roberto Manfredini, cronobiologo dell'Università di Ferrara -. L'orario e la composizione dei p