Convegno AIPAC 2012

Lunedì 21 maggio ho assistito al XXII convegno nazionale dei preparatori atletici di calcio.
Si è svolto a Firenze in una location fantastica il salone dei 500 all'interno del Palazzo Vecchio in piazza della Signoria.
C'erano più di 600 preparatori atletici i quali hanno potuto ascoltare relazioni e relatori d'eccellenza.

La relazione che più mi ha impressionato è stata quella di Claudio Bordon (Udinese Calcio) e del fido scudiero Cristian Osgnach.
Il tema era l'esercizio intervallato e Cristian ha esordito dicendo che nel calcio vi è una alternanza di fasi ad alta intensità e fasi a bassa intensità.
Le fasi ad alta intensità rappresentano i momenti cruciali della partita. 
In passato molti autori hanno provato a calcolare i momenti ad alta intensità ed hanno utilizzato un criterio di velocità per definire lo sprint (vel.> 19...25 Km/h secondo l'autore).
Per Drust (1998) l'alta intensità era pari a 500 metri rispetto ai quasi 11.000 metri di corsa totale media di un giocatore nel corso di una partita
Per Stroyer (2001) l'alta intensità variava dal 1% al 3% del tempo totale di gioco
Per Mohr (2003) l'alta intensità era di 77 secondi totali su 90 minuti di gioco
Per Di Salvo (2009) l'alta intensità è rappresentata da sprint di durata inferiore ai 5 secondi (quindi un tempo breve per poter esprimere alta velocità!).

Se accanto a questi numeri osserviamo l'impegno metabolico, ci accorgiamo che questo appare molto più elevato di quello che potremmo aspettarci con soli 77 secondi di "alta velocità"(intensità)!

Emerge che la velocità da sola non è sufficiente per esprimere le alte intensità perché anche (e soprattutto) le accelerazioni, attività frequentissima durante la gara, determinano un elevato impegno metabolico!
Il corpo umano può essere paragonato ad un'automobile: consuma tanto sia quando si va veloci in autostrada (alta velocità) ma anche quando si accelera forte partendo da un semaforo (alta accelerazione)!!!

Per quanto riguarda l'impegno energetico metabolico, all'Udinese hanno le idee chiare: è più sensato esprimere l'alta intensità in termini di potenza (che esprime un compromesso di velocità ed accelerazione) che in termini di sola velocità!

La capacità di esprimere alte potenze impone il ricorso a fonti energetiche di provenienza anaerobica. L'atleta è in grado di ripetere nel tempo queste fasi se il suo "motore" aerobico è sufficientemente efficiente per sostenere questi impegni elevati (i tecnici la definiscono la capacità di "pagare" il debito di ossigeno).

Per avere una efficienza ottimale da un punto di vista aerobico essi allenano 4 aspetti:
  1. VO2max
  2. Frazione di quest'ultima che può essere espressa alla massima potenza per molto tempo (soglia del lattato)
  3. Economia di progressione (Costo Energetico)
  4. Disponibilità dei substrati energetici
Relazione più chiara, più semplice più efficace non potevano farla.
Complimenti!

Tanti saluti a sua eccellenza il VATE!

Paolo


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