Il Talismano della felicità 3

Molte delle superstizioni vive ancora oggi hanno origine nel mondo degli attori e dei teatranti che, nei secoli passati, non erano visti di buon occhio dalla Chiesa i cui riti erano a loro volta presi a pretesto dalla credenza popolare.




Ecco alcuni esempi e la loro spiegazione.

Il viola porta male: E' il colore della quaresima, periodo durante il quale i teatri erano chiusi e gli attori costretti all'inattività, ovvero a tirare la cinghia.

Pestare sterco porta bene: I ricchi si muovevano in carrozza e dunque se riempivano il teatro era più facile che davanti all'ingresso restasse qualche "ricordino" dei loro cavalli.

Mettere il cappello sul letto porta male: Quando moriva un cavaliere si poneva il suo elmo sul feretro (si fa ancora oggi per le esequie di un militare). Un'altra spiegazione si riferisce al fatto che il prete, chiamato per impartire l'estrema unzione, ponesse il proprio cappello accanto al moribondo.
Idem per l'ombrello aperto in casa. Quando il sacerdote portava il viatico era seguito da un chierico con un baldacchino simile ad un ombrello.

Mai in 13 a tavola: Ricorda l'ultima cena di Gesù e il tradimento di Giuda. Il 13 è minaccioso anche nel mondo anglosassone dove il venerdì 13 è considerato infausto, come invece da noi in Italia il venerdi 17.
In entrambi i casi il richiamo è al Venerdì Santo. Il 17 è sinonimo di disgrazia perché nella Bibbia è scritto che il diluvio universale cominciò il 17 del secondo mese (Genesi 7,11)

Versare sale (o olio) porta male: In passato erano beni rari (la parola salario deriva dal sale dato come paga ai soldati romani) sicché perderne anche una piccola quantità comportava un notevole discapito. Stesso discorso per gli specchi.






Tratto da Speciale News Febbraio 2013

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