Ora il colesterolo contenuto nei cibi preoccupa meno



E' ancora diffusa la convinzione che il modo più efficace per controllare  i livelli di colesterolo nel sangue sia limitarne l'assunzione con la dieta. Dal momento che il colesterolo è presente solo negli alimenti di origine animale, se questo fosse vero, un piatto di patatine fritte (con soli ingredienti vegetali) rappresenterebbe, per il controllo della colesterolemia, una scelta migliore rispetto a una piccola porzione di gamberi bolliti. In realtà, sebbene sia tuttora acceso il dibattito su quali siano i fattori alimentari da tenere maggiormanete sotto controllo, il ruolo del colesterolo è stato molto ridimensionato.
Lo sottolinea anche una recente revisione pubblicata su Current Nutrition Report da esperti della Tufts University di Boston (USA), secondo la quale l'introduzione di colesterolo con la dieta, agli attuali livelli medi di assunzione, ha effetti modesti sulla concentrazione di lipidi plasmatici e, in particolare sul colesterolo LDL (cattivo). E tali effetti sembrano limitati a sottogruppi di popolazione.
Allora, del colesterolo presente nei cibi non dobbiamo più preoccuparci?
"Prima di tutto -  dice Alessandra Bordoni, professore di Scienza dell'alimentazione all'Università di Bologna - va ricordato che il colesterolo è una molecola fondamentale per l'organismo, perché
 è componente delle membrane cellulari e dalla sua trasformazione derivano sostanze importanti quali acidi e sali biliari, vitamina D, vari ormoni, compresi quelli sessuali. Ed è proprio per questo che l'organismo provvede a sintetizzarlo: in media, la quantità che introduciamo con gli alimenti è circa 1/3 del fabbisogno, mentre la quota maggiore è prodotta dall'organismo".
"In condizioni normali,- prosegue l'esperta - assunzione dietetica e sintesi si compensano: per questo la quantità di colesterolo presente nella dieta non è in grado di influenzare più di tanto la colesterolemia. Le nuove raccomandazioni europee e italiane invitano, infatti, a prestare attenzione più ai nutrienti in grado di influenzare davvero la colesterolemia - cioè agli acidi grassi saturi -, che al colesterolo presente negli alimenti.
Una dieta troppo ricca di acidi grassi saturi stimola la produzione di colesterolo,m mentre se è povera di grassi saturi e ricca di polinsaturi mantiene sotto controllo la colesterolemia".
"Ciò non significa - dice Bordoni poter mangiare cibi ricchi di colesterolo a volontà: resta valida l'indicazione di introdurne meno di 300 mg al giorno.
Ma significa soprattutto scegliere cibi in base al contenuto di grassi saturi (basso) e insaturi (elevato). Attenzione anche ai grassi vegetali idrogenati: il processo tecnologico tipico nella produzione di margarine determina la formazione di grassi trans, che hanno lo stesso effetto dei grassi saturi sulla colesterolemia".
Fra i cibi più ricchi di grassi saturi ci sono: burro, formaggi, panna, carni grasse, olio di cocco e di palma. Fra i più ricchi di insaturi: oli d'oliva e di semi, pesci grassi, frutta secca a guscio.


Tratto dal corriere salute del 23 marzo 2014

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