Come si scopre l'intolleranza al lattosio





C'è chi ci nasce intollerante al lattosio e chi lo diventa. L'intolleranza al lattosio infatti può essere primaria, e manifestarsi già nell'infanzia, o secondaria e transitoria, e insorgere in seguito, per esempio a infezioni oppure a malattie infiammatorie croniche dell'intestino. Esiste poi una rara forma congenita, con gravi manifestazioni sin dalla prima assunzione di latte da parte del neonato, che persiste tutta la vita.
"Il problema nasce dalla mancata o ridotta produzione di lattasi, enzima che scinde il lattosio (zucchero contenuto principalmente nel latte e nei suoi derivati), in galattosio e glucosio - spiega Edoardo Savarino, ricercatore al Dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche dell'Università di Padova-. La peculiarità della lattasi è di essere un enzima inducibile, capace cioè di aumentare in rapporto alla stimolazione del suo substrato, cioè del lattosio.
Ciò spiega perché, oltre all'intolleranza primaria, legata a fattori genetici, si possano sviluppare forme secondarie, in genere transitorie.
Come si manifesta l'intolleranza al lattosio?
"Con disturbi gastrointestinali più o meno intensi.
Il lattosio non digerito si accumula nell'intestino, dove richiama acqua e viene fermentato dai microrganismi della flora batterica intestinale, causando fastidi come  diarrea, flatulenza, gonfiore e dolore addominali".
Come si può diagnosticare con certezza?
"Il sospetto si pone quando è chiaro il rapporto causa-effetto tra assunzione di lattosio e comparsa dei sintomi. Per una diagnosi certa c'è il breath test o test del respiro, che consiste nel far soffiare il paziente dentro uno speciale palloncino, prima e dopo avergli somministrato lattosio.
L'aria espirata viene raccolta ogni mezz'ora per le successive quattro ore e se ne misura il contenuto di idrogeno, che proviene dalla fermentazione del lattosio non digerito rimasto nell'intestino. Se il contenuto di idrogeno è molto superiore a quello presente nel respiro raccolto prima della somministrazione del lattosio vuol dire che c'è intolleranza.
Questo test può, talvolta, risultare poco agevole, soprattutto nei bambini, per i quali si può ricorrere a un più semplice test genetico, da poco disponibile nelle farmacie, che si esegue con un tampone buccale e la successiva analisi genetica".
Che cosa si può fare se si è intolleranti?
"Escludere dalla dieta i cibi contenenti lattosio, cioè latte vaccino, latte di capra, latticini freschi, gelati, panna e molti dolci. Bisogna stare attenti anche alle fonti "nascoste" di lattosio, perché la sostanza può essere presente in molti cibi precotti, in farmaci e integratori.
Una volta scomparsi i disturbi con l'eliminazione del lattosio dalla dieta, si può provare ad assumere dosi crescenti di lattosio fino al limite della propria tolleranza.
Se non si vuole rinunciare al latte e ai suoi derivati o comunque avere un limite al loro consumo, si può ricorrere anche a un'altra strategia, cioè l'assunzione prima dei pasti di integratori di lattasi.

tratto dal corriere salute del 18 maggio 2014

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