Quali sono le cause della ritenzione idrica?



La ritenzione idrica (o più correttamente idrosalina) è determinata dall'accumulo di acqua e sodio nel tessuto sottocutaneo, tra una cellula e l'altra (spazio interstiziale). Quando il fenomeno assume connotati importanti, in genere, si preferisce parlare di edema (gonfiore); il termine anasarca, invece, è utilizzato per indicare un edema grave diffuso a tutto l'organismo.

LE CAUSE.

Le cause di ritenzione idrica, che non bisogna confondere con l'ingrassamento, sono numerose le principali sono:
Ritenzione idrica alimentare: è legata a una dieta troppo ricca di sodio e quindi all'eccessiva salatura degli alimenti, all'uso frequente di esaltatori di sapidità e al consumo di cibi molto salati (acciughe, salumi, salse, ecc.). L'assunzione di quantità elevate di sodio determina un aumento del volume dei fluidi extracellulari (l'acqua viene richiamata al di fuori delle cellule per osmosi).

Ritenzione idrica circolatoria.
E' legata alla stasi venosa dovuta al venire meno del corretto funzionamento della circolazione venosa diretta dalla periferia al cuore. Il sangue ristagna in parte nelle vene, provocando un flusso di liquido da questi vasi verso gli spazi interstiziali delle cellule.

Ritenzione idrica da farmaci
Anche l'uso prolungato, massiccio o improprio di farmaci può portare a ritenzione idrica. Tra i medicinali più noti per dare questo effetto rientrano: cortisone, alcune pillole contraccettive, farmaci per la pressione (calcio-antagonisti) e gli stessi diuretici se usati a sproposito (piccole dosi senza necessità, ma solo per essere più "asciutti") possono predisporre a stati di ritenzione idrica.

Ritenzione idrica secondaria
Si tratta di ritenzione idrica come effetto di patologie, spesso gravi, tra cui rientrano principalmente malattie di reni, cuore e fegato, nonché alterazioni del sistema linfatico (linfoedema). In questi casi è più corretto parlare di edema.

I SEGNI E I SINTOMI


  • Il segno principale della ritenzione idrica è l'anomalo rigonfiamento dei tessuti legato al ristagno di acqua e sale
  • Se si schiaccia con un dito la pelle in un'area edematosa si forma un avvallamento. Nelle forme lievi (1+) l'affossamento è minimo (meno di 2 mm) e scompare rapidamente appena si interrompe la pressione. Nelle forme medie (2+) è più profondo (2-4 mm) e scompare in 10-25 secondi. In caso di edema via via più importante (forme patologiche) l'avvallamento è sempre più profondo e duraturo.
  • La ritenzione idrica si manifesta soprattutto a livello di gambe, zona intorno all'addome, glutei e talvolta braccia e mani.
  • Nei casi più gravi (edema importante) si possono riscontrare evidenti cambiamenti di peso e mal di testa


LA DIAGNOSI

  • Il primo passo è escludere che il paziente si senta gonfio perché sta ingrassando
  • Se si evidenzia una reale ritenzione idrica bisogna capirne la causa. Un'attenta valutazione delle abitudini del paziente permette in genere di stabilire se è legata allo stile di vita ( alimentazione scorretta, sedentarietà) o all'uso di particolari farmaci (cortisone, alcuni antipertensivi, ecc)
  • Qualora si sospettino patologie cardiache, renali o epatiche occorre seguire esami del sangue mirati e altri test specialistici alla causa supposta
LE CURE

  • In circa il 90% dei casi la ritenzione idrica è di origine alimentare e comportamentale per cui per contrastarla bisogna intervenire principalmente sullo stile di vita e quindi ridurre il consumo di sale, non fumare, limitare gli alcolici, idratarsi  correttamente
  • Quando l'eccessivo gonfiore è legato all'assunzione di farmaci bisogna valutare insieme al medico se sospenderli, modificarne il dosaggio o cambiare addirittura medicinale
  • Nel caso in cui l'edema sia legato a specifiche patologie bisogna intervenire su queste con terapie mirate
I CONSIGLI

  • Massaggiare le gambe con movimenti circolari
  • A fine giornata fare un pediluvio con acqua tiepida e sale grosso
  • Evitare scarpe con tacco a spillo o rasoterra
  • Quando se ne ha la possibilità sdraiarsi tenendo le gambe sollevate

tratto dal corriere salute del 6 luglio 2014

Commenti

Post popolari in questo blog

La frequenza e l'ampiezza del passo