Grassi per l'attività fisica



Nello sport di resistenza, e di lunga durata, vengono utilizzati come fonte energetica anche i lipidi (trigliceridi) per risparmiare i glicidi ed in ultimo le proteine (proteolisi).
I lipidi che vengono consumati per primi sono ovviamente quelli (scarsi) che sono già presenti nei muscoli nello spazio interno ai fasci muscolari.
Altri grassi presenti in altre sedi, distinte dal tessuto adiposo, non vengono utilizzati per fornire energia.
Il blocco della lipolisi, che normalmente rifornisce di substrati ossidabili il sangue e poi i tessuti, durante un esercizio di lunga durata provoca una diminuzione del livello del glicerolo nel sangue.
Per coloro che effettuano attività fisica di resistenza, una dieta ricca di grassi permette perciò di sostenere degli sforzi intensi, anche se può essere gravata da chetosi.
Si rende necessario associare sempre i carboidrati.
Una tale dieta sbilanciata a favore dei grassi rischia però di divenire in prospettiva poco salutare per l'individuo che la pratica, a causa delle conseguenze sulla funzione cardiovascolare.
L'indicazione per gli atleti è quindi quella di non esagerare con i grassi, anche se questi ultimi possono essere utilizzati sopratutto per sostenere degli sforzi prolungati.
L'allenamento prolungato permette, come nel caso del glicogeno, di aumentare il contenuto di trigliceridi muscolari e di saperli usare più efficacemente.
I grassi apportano fra il 20 ed il 35% dell'energia totale assunta.
Un piano nutrizionale che apporta grassi per una quota inferiore al 20% sul totale energetico non garantisce un adeguato sostentamento per la performance atletica.

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