I nostri progenitori dormivano meglio?



E' veramente necessario dormire il numero di ore suggerite dalle moderne linee guida (7-8 ore) oppure, paragonando l'uomo moderno a quello primitivo, potremmo dedurre conclusioni più valide e meno onerose?
A questo riguardo, una recente pubblicazione ha descritto il sonno in tre società umane accuratamente scelte, tribù semi-primitive di raccoglitori o cacciatori, allo scopo di verificare il rapporto tra alcuni fattori in grado di influenzare la durata del sonno nei nostri progenitori e discuterne la valenza e l'eventuale cambiamento al giorno d'oggi.
Le popolazioni vivono tutte nello stesso modo (e a una latitudine simile sul pianete - al di sotto dell'equatore) e sono rappresentative di luoghi distanti tra loro, nel tentativo di dimostrare che i fattori ancestrali che giocano un ruolo sul sonno non sono legati a trasmissione di abitudini o comunicazioni tra queste persone.

  • Gli Hadza vivono nel nord della Tanzania, a sud dell'equatore, in un ambiente boschivo intorno alla città di Eyasi. Sono ancora oggi totalmente dipendenti dalla caccia e dalla raccolta di prodotti spontanei della terra, che deve essere attuata ogni giorno (cacciatori-raccoglitori nomadi).
  • Gli Ju/'hoansi vivono nel villaggio Den/ui, sotto l'equatore, in Namibia, nell'Africa del Sud; essi non sono attualmente nomadi, ma gruppi isolati dal villaggi circostanti hanno continuato a vivere come cacciatori-raccoglitori.
  • Gli Tsimane vivono vicino al fiume Maniqui in Bolivia, anch'essi a sud dell'equatore; sono cacciatori-orticoltori.
I tre gruppi continuano a vivere tuttora in condizioni primitive e senza alcuna possibilità di contatti tra loro.
La relazione esistente tra il sonno, la luce naturale e la temperatura ambientale in queste tre società, in cui non sono ancora presenti la luce elettrica, il telefono, il riscaldamento, può servire a comprendere i meccanismi del sonno?
Si può trattare qualche conclusione utile ai nostri tempi di cronica privazione del sonno?
Forse.

I cacciatori-raccoglitori e le loro famiglie non hanno energia elettrica e quindi Facebook, canali televisivi o telefonini.
Di notte, preparano piccoli fuochi e si ritirano in semplici ripari costruiti con erba e rami.
I soggetti di tutti e tre i gruppi tendono a addormentarsi dopo il tramonto e a svegliarsi comunque prima dell'alba.
Ciò suggerisce che utilizzino lo stesso modello di sonno, apparentemente del tutto naturale.

E' stato quindi rilevato che il sonno medio nel corso dell'anno in questi individui è di 6,4 ore di sonno a notte.
Molto più di quanto un paziente con disturbo del sonno o un lavoratore turnista possa oggi sperare di ottenere da una notte di riposo, ma molto meno di quanto consigliato dalle più autorevoli società scientifiche del mondo.
Non solo.
Sicuramente è stato interessante scoprire che uno dei maggiori regolatori del sonno in questi soggetti è la temperatura e quindi non solo la luce.
Infatti, tra i soggetti cacciatori-raccoglitori, coloro che dormivano di più, lo facevano in relazione a notti più fredde.
E non in base alla durata della luce (rapporto giorno-notte).
Queste tribù hanno mostrato di non avere esperienza di sonnolenza diurna, anche se spesso non disdegnano un riposino.
Ciò che ha colpito i ricercatori è stata la mancanza della parola "insonnia" nei loro vocabolari.

Commenti

Post popolari in questo blog

La frequenza e l'ampiezza del passo

Quali sono le cause della ritenzione idrica?