Una mela al giorno abbassa colesterolo e glicemia, ma scegliete la varietà giusta


Le mele sono tra i frutti più consumati al mondo ed è ovvio che si cerchi di definire sempre meglio il loro rapporto con la salute.
Lo conferma una recente revisione, pubblicata su Food and Function, in cui, dopo aver preso in considerazione cinque grandi studi osservazionali (complessivamente su più di 228.000 soggetti), i ricercatori hanno concluso che il consumo di mele e pere è associato a una riduzione del rischio di diabete di tipo 2 e, più in particolare, che per ogni porzione in più di mele e pere consumata alla settimana il rischio si riduceva del 3%.
La spiegazione di questi effetti sta nel notevole contenuto di polifenoli, che potrebbero da un lato contribuire a ridurre il rischio di diabete grazie alle loro capacità antiossidanti ed antinfiammatorie;
dall'altro nel contenuto di fibra solubile, come la pectina, che può ridurre la risposta glicemica indotta dal pasto.
Ma poiché le mele sono così diverse le une dalle altre, tali diversità non potrebbero ripercuotersi anche sui loro effetti?
A questo interrogativo ha cercato di rispondere un gruppo di ricercatori italiani con due studi, uno in vitro, l'altro in vivo.
Nel primo, pubblicato su Food Chemistry, i ricercatori hanno osservato che estratti di polifenoli ottenuti da mele di diverse varietà (Annurca, Red Delicius, Pink Lady, Fuji e Golden Delicious) inibivano in modo differente l'assorbimento di colesterolo e di glucosio.
Per il colesterolo, gli estratti di polpa delle mele Annurca erano i più efficaci;
mentre per il glucosio i più efficaci erano gli estratti delle bucce delle Red Delicious.
Nell'altro studio, recentemente pubblicato su The Journal of the Science of Food and Agriculture, su 250 adulti con moderata ipercolesterolemia, i ricercatori hanno testato l'effetto ipocolesterolemizzante di varietà diverse di mele verificando che le Annurca erano quelle con effetti migliori.
Il consumo di due mele Annurca al giorno per due mesi portava a una riduzione del colesterolo totale del 8,3%, contro il 4,4% delle Granny Smith, il 3,1% delle Red Delicious, il 2% delle Fuji e l'1,3% delle Golden Delicious (per queste ultime ne bastava una al giorno, dato che il loro perso è circa doppio rispetto a quello delle Annurca).
"Questi nostri studi - commenta Gian Carlo Tenore professore di Chimica degli Alimenti, al Dipartimento di Farmacia, dell'Università di Napoli "Federico II" - confermano che la frazione polifenolica delle mele, diversa non solo tra polpa e buccia ma anche fra una varietà e l'altra, può influenzarne gli effetti e le Annurca, la cui polpa è particolarmente ricca di polifenoli soprattutto procianidine, possono avere un ruolo positivo sul controllo della colesterolemia.
"Ma dato che nel nostro studio abbiamo anche osservato, in tutti i gruppi, un leggero aumento della glicemia e dei trigliceridi da ricondurre agli zuccheri delle mele aggiunte alla dieta - conclude Tenore - pensiamo che in un prossimo futuro il famoso detto "una mela al giorno toglie il medico di torno" possa essere rivisitato, sia dal punto di vista quantitativo (una mela aggiunta a tutto il resto oppure al posto di...), sia qualitativo sulla base dell'effetto che si desidera ottenere".

Tratto dal Corriere Salute del 1 Ottobre 2017

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