Le fibre sono alleate dei batteri "buoni" nel nostro intestino






Ciò che mangiamo influenza in modo decisivo la qualità dei batteri presenti nel nostro intestino.
Con la dieta giusta possiamo infatti nutrire e far proliferare microrganismi che ci proteggono da malattie cardiovascolari, diabete e infiammazione grazie alle sostanze da loro prodotte, come gli acidi grassi a catena corta che derivano dalla fermentazione batterica di fibre insolubili.
L'alimentazione migliore per potersi dotare di microbi buoni è quindi ricca di un bel pò di acetato, propionato, butirrato e altri acidi grassi salva-salute.
Insomma, un'alimentazione in cui non devono mancare verdura, frutta e legumi.
A dimostrarlo è una ricerca italiana da poco pubblicata sulla rivista scientifica "Gut", nel corso della quale sono stati studiati 153 soggetti che seguivano, rispettivamente, un regime alimentare onnivoro, vegetariano oppure vegano.
Analizzando le specie di microbi presenti nell'intestino dei partecipanti all'indagine, i ricercatori hanno potuto osservare che gli acidi buoni si trovano in maggior quantità in chi mangia regolarmente cibi ricchi di fibre.
All'aumentare dei prodotti animali, invece, salivano i livelli di ossido di trimetilammina, che è associato a un maggior rischio cardiovascolare e che deriva dal metabolismo di batteri "golosi" di carnitina e colina, presenti in carni, uova, pesce.
Ma se è vero che nei vegani e nei vegetariani sono stati riscontrati i livelli di acidi grassi a catena corta più elevati, non occorre dire addio a carne e simili, come spiega l'autore della ricerca Danilo Ercolini, della Divisione di microbiologia dell'Università Federico II di Napoli: "La dieta onnivora, per essere salutare, deve prevedere un apporto consistente di frutta, verdura e legumi".
"I livelli di acidi grassi a catena corta, infatti, sono correlati alla quantità di fibre introdotte e non al tipo di alimentazione" sottolinea l'esperto. "Non a caso chi nel corso della sperimentazione ha seguito la dieta mediterranea, che prevede molti vegetali, un bel pò di pesce e una quantità limitata di carne e latticini, abbiamo trovato tanti acidi grassi a catena corta e basse concentrazioni di ossido di trimetilammina".

Tratto dal Corriere Salute del 22 novembre 2015

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