Pesci ricchi di omega 3 per contrastare il fegato grasso
Quale sia la dieta migliore per la prevenzione - e il trattamento - della steatosi epatica non alcolica (più nota come "fegato grasso") è un argomento molto dibattuto, anche perché questa condizione, che interessa il 20-38% degli adulti, rappresenta ormai la principale causa di malattia epatica.
In una revisione degli studi appena pubblicata online sul Journal of Nutritional Biochemistry, alcuni ricercatori italiani hanno cercato di fare il punto sia sulla reale efficacia degli approcci dietetici più comunemente adottati, sia sui benefici che potrebbero derivare, secondo le ricerche più recenti, da alcuni componenti della dieta.
Ebbene, nelle persone in sovrappeso o obese (condizioni che quasi sempre si accompagnano al "fegato grasso") un graduale dimagrimento, che porti a una perdita del 7-10% del peso iniziale, è davvero in grado di migliorare la steatosi, ridurre l'infiammazione epatica e la progressione del danno cicatriziale (fibrosi), oltre a migliorare il profilo di rischio cardiovascolare.
Accanto a questo, l'attività fisica si conferma essere un altro efficace strumento per ridurre la steatosi.
Ma quali sono i nutrienti che potrebbero avere un ruolo specifico nel contrastare questa malattia?
Le ricerche si sono concentrate negli acidi grassi omega 3 a lunga catena (quelli di cui sono ricchi i pesci grossi), la vitamina E, vitamina D, i polifenoli fra i quali, in particolare, le antocianini.
<<Questi composti - spiega Luca Valenti, professore di Medicina interna all'università di Milano, Ospedale Policlinico, e coautore dello studio - potrebbero migliorare a livello del fegato l'accumulo di lipidi, l'infiammazione e la fibrosi epatica, proteggendo dalle complicanze della steatosi.
Questi nutrienti - prosegue Valenti - sono molto ben rappresentati anche nella dieta mediterranea che si rivela ancora una volta un valido modello alimentare.>>
<<Senza dimenticare - conclude Valenti - l'importanza di cucinare con ingredienti freschi e di qualità, riducendo al massimo il consumo di alimenti raffinati, grassi saturi e di bevande addizionate di fruttosio.
Queste ultime in particolare aumentano fortemente il rischio di steatosi>>.
Tratto dal Corriere Salute del 10 Aprile 2016
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